La mostra di Max Ernst a Milano è la prima grande e completa retrospettiva italiana sull’opera dell’artista visionario che ha stravolto il panorama artistico del Novecento. La produzione artistica di Ernst si intreccia con le avanguardie e i cambiamenti che hanno caratterizzato il XX secolo: artista e umanista, Ernst è una delle figure più influenti ma al contempo più criptiche e meno conosciute della storia dell’arte.
La mostra a Palazzo Reale vuole restituire il volto multiforme e poliedrico della carriera di Max Ernst attraverso un approccio che non vuole inscatolare l’arte dell’autore tedesco in una definizione: un percorso di riscoperta che farà cimentare gli spettatori in illusioni ottiche e giochi percettivi.
Arte e sperimentazioni di Max Ernst
La mostra di Max Ernst raccoglie oltre 400 opere tra dipinti, sculture, disegni, collages, fotografie, gioielli e libri illustrati che ripercorrono l’intera vita dell’artista tedesco. Il punto forte è l’itinerario che parte in ordine cronologico e si snoda successivamente in blocchi tematici, permettendoci di comprendere la parabola creativa di Ernst e il suo intreccio con la vita personale dell’artista.
L’itinerario ripercorre le vicende biografiche di Ernst raggruppandole in 4 grandi periodi, a loro volta suddivisi in 9 sale tematiche. Il percorso è costellato di foto e storie di celebri amori e amicizie appartenenti alla vita personale dell’artista.
Le sezioni della mostra
La mostra si apre con l’opera-manifesto, l’Edipo re del 1922, esempio di Metafisica che presenta l’aspetto forse più importante della produzione artistica di Ernst: il tocco personale dell’artista tedesco, prorompente e ben visibile, plasma a proprio piacimento gli stili e le correnti del Novecento rendendoli tasselli della propria ricerca filosofica ed elaborazione teorica.
Il percorso si apre poi con una presentazione delle opere e del percorso giovanile dell’artista e con la “rivoluzione copernicana” influenzata dalla scoperta di De Chirico. Dopo aver assistito agli anni della formazione del giovane Ernst, l’avvento del Dada e le sperimentazioni con il collage, entriamo nella sua sfera privata. La sezione “La casa di Eaubonne” permette di visitare la ricostruzione della casa che Ernst condivise con Gala e Paul Éluard, decorata con affreschi e decorazioni. Il racconto di un momento di serenità prepara alla sezione in cui fanno da protagonisti l’eros, l’amore e l’erotismo.
Segue poi una sezione che racconta gli anni trascorsi a Parigi e l’affermarsi del Surrealismo seguito dall’esilio in America dopo la prigionia durante la Seconda Guerra Mondiale. Le sale successive rappresentano un ritorno letterale alle origini attraverso un’esplorazione della natura e delle forme del linguaggio.
Giochi e illusioni che trascendono la realtà.
Nelle sezioni finali il viaggio attraverso la storia e le correnti artistiche del Novecento si palesa nella sua forma più libera e sfaccettata. La sala di “Memoria e Meraviglia” intreccia la ricerca artistica di Ernst alla riscoperta del passato e dell’antico. La sala che conclude la mostra, “Cosmo e crittografie”, fa culminare l’esperienza dei visitatori in un’esperienza intermediale che unisce l’arte figurativa all’astronomia e all’antropologia.
Ci ritroviamo così a guardare al Cosmo e a partecipare a giochi di illusioni ottiche e percezioni, diventiamo parte della ricerca antropologica e metafisica di Ernst che abbiamo visto evolversi gradualmente fino ad inglobare l’intera esperienza umana su questo Pianeta.